26 OTTOBRE: “FRANCESCO, FRATELLO MIO” – 3^ PUNTATA

Per raccontarla, la nostra scatola ci offre: un paio di sandali, una stoffa marrone, una corda con 3 nodi.

Francesco era molto malato, aveva la febbre alta. Una notte, mentre dormiva, fece un sogno strano: sognò una chiesa tutta rotta, quasi distrutta, per poco non cadeva a pezzi, come se ci fosse stato un terremoto.

E nel sogno, sentì una voce strana, mai sentita prima: non era del suo papà, né della sua mamma, né dei suoi amici ricchi, né dei suoi amici poveri… che voce strana…

E quella voce gli disse: “Francesco, va’ e ripara la mia casa”

“Ripara la mia casa?” Francesco capì che quella strana voce gli stava chiedendo di riparare una casa importante, la più importante di tutte: la casa di Dio, cioè la chiesa.

Forse doveva riparare la chiesa mattone su mattone?

Ma come poteva bastare? Era questo che quella voce gli chiedeva veramente?

 

Una cosa era certa: dopo quel sogno, Francesco guarì; così si alzò e tornò alla sua città, Assisi

Ad Assisi pregò, pregò, pregò Dio di fargli capire cosa voleva da lui. E pregava con queste belle parole:

SIGNORE, FAMMI UNO STRUMENTO DELLA TUA PACE.

E dopo tanta preghiera, finalmente capì cosa doveva fare; per cui andò dal suo papà Pietro, dalla sua mamma Pica e disse loro: “Mamma, papà… ho capito cosa devo fare della mia via, cosa Dio vuole da me. Io vi voglio bene… ma non voglio più essere vostro figlio… voglio essere figlio di Dio. E non voglio più essere ricco…. Ma povero, come era povero Gesù”.

 

Così Francesco fece una cosa stranissima e molto molto importante: nella piazza principale di Assisi, si spogliò davanti a tutti. Si tolse il suo ricco turbante (cappello), poi la sua preziosissima veste, poi le bellissime scarpe decorate con pietre preziose e, davanti a tutti, disse:

“Voglio essere libero come gli uccelli del cielo, voglio essere lieto, povero, semplice come Gesù”

E, perché tutti vedessero che era cambiato davvero e non era più il “ricco” Francesco, figlio del ricco mercante di stoffe Pietro di Bernardone… ma che era il figlio povero di un Dio povero… fece un’altra cosa strana:

prese un pezzo di stoffa, ma non stoffe preziose del negozio del suo papà… Ma una stoffa poverissima, quella dei sacchi, dove i contadini mettevano la farina o i fagioli o il grano…

e… si vestì con quell’abito. Poi indossò un paio di sandali poveri e semplici.

Ecco: era diventato un nuovo Francesco… Francesco, l’uomo di Dio.

Da quel giorno, la sua ricchezza non sarebbero stati più i soldi o le stoffe preziose… la sua ricchezza sarebbe stata l’amore per Dio e servire e amare i poveri, la natura, la Chiesa, il mondo.

“Ti lodo, mio Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace e del tuo amore”

 

D’ora in poi, Francesco andrà per la sua Assisi e per le vie del mondo a portare la pace e l’amore.